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La Storia di Kos

Asklepion: Colonne corinzie del tempio romano dedicato ad Apollo del II sec d.C.
Colonne Corinzie nell'Asklepion di Kos
L'isola di Kos vanta una lunga storia ricca di avvenimenti che l'hanno portata ad una fama seconda solo a Rodi, ma non meno conosciuta di quest'ultima.
A seguito del ritrovamento di alcune tombe preistoriche, possiamo inizialmente far risalire la storia di Kos a circa 3000 anni prima di Cristo, con successivi insediamenti di Fenici ed Achei. Ma anticamente furono i Cari ad abitarla a lungo, molto prima dei greci, dandole il nome di Caria.
Lo stesso Omero nella seconda rapsodia racconta come Kos avesse preso parte alla guerra di Troia con 30 navi.

Successivamente seguì la dominazione dell'isola da parte dei Dori, così Kos entrò a far parte della famosa alleanza dell'Esapoli dorica, assieme a Rodi (con i vecchi comuni di Camiro, Lindo e Ialiso), Knidos (sulla costa turca) ed Alicarnasso (oggi Bodrum).

Tuttavia il periodo storico che vide fiorire l'isola di Kos, dandole splendore, fu quello Ellenistico, quando nel 366 a.C. fu fondata l'antica città con la costruzione di numerosi monumenti e santuari in marmo, l'Agorà, il Teatro della Musica, l'antica Palestra, l'Altare di Dionisio e l'Acropoli.
Durante questo periodo l'isola prosperò economicamente e culturalmente, arricchendosi non solo grazie all'agricoltura, ma soprattutto al commercio di vino, olio d'oliva, frutta, profumi, seta e lana, diventando uno dei porti principali del Dodecaneso per gli scambi commerciali.
Tutti gli abitanti dell'isola vivevano negli sfarzi e nel lusso, come testimoniano i resti della Casa Romana e delle Terme, ricche di mosaici ed oggetti lussosi.

Diversi secoli più tardi l'isola fu oggetto di conquista per un breve periodo da parte di veneziani e genovesi, ma soprattutto entrò a far parte nel 1314 del regno dei Cavalieri di San Giovanni con governatori propri costituiti dal Consiglio dei Cavalieri di San Giovanni di Rodi, i quali, a protezione del porto di Kos, costruirono un nuovo castello o fortezza (come quello presente a Rodi) utilizzando in gran parte materiale di spoglio proveniente dall'antico Asklepieion.
Come già avvenuto a Rodi, i Cavalieri costruirono a Kos, nel Medioevo, la loro nuova città sopra quella antica, che dopo il terremoto del 1933 fu in parte riportata alla luce.

In quell'epoca Kos subì notevoli attacchi da parte delle popolazioni turche che miravano a conquistarla da tempo, ma i Cavalieri sono sempre riusciti a respingerle grazie appunto alle fortificazioni erette a Kos città, ad Antimachia, a Pyli ed a Kefalos. Alla fine, dopo tanti attacchi, nel 1523, l'isola cadde sotto la dominazione turca.
Durante il regno ottomano, l'isola divenne la seconda città del Dodecaneso ed ospitò molti abitanti di origine turca, per i quali vennero costruite numerose moschee che ancora oggi caratterizzano, con i loro minareti, il volto del capoluogo dell'isola.
Tuttavia, nella prima metà dell'800, la popolazione dell'isola visse un duro periodo di battaglie e sofferenze, fin quando, in concomitanza dello scoppio della rivoluzione greca, i Turchi, in segno di rappresaglia, impiccarono circa 900 preti allo storico Platano di Ippocrate.

Successivamente, nel 1912, gli italiani conquistarono Kos e furono accolti con il favore dalla popolazione locale che li vedeva come liberatori. La conquista si protrasse più a lungo del previsto, generando malcontento nella popolazione, fin quando il governo fascita sancì il proprio controllo totale del Dodecaneso. Kos divenne, così, “Reggenza” del “Governatore” di Rodi e gli abitanti a tutti gli effetti cittadini italiani, con cittadinanza speciale.
Il programma era quello di istruire la popolazione di Kos secondo i dettami e le leggi del governo fascista.
A seguito dell'improvviso terremoto del 1933, che distrusse gran parte della città medievale, riportando alla luce molti resti di quella antica, gli italiani si diedero da fare per la ricostruzione, realizzando numerosi quartieri nuovi e ristrutturando gli edifici antichi.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale vide molti volontari partire per il fronte contro l'esercito tedesco, e l'isola di Kos divenne protagonista, nell'ambito della Campagna del Dodecaneso, con la cosiddetta Battaglia di Kos che portò all'eccidio di Kos.
Gli italiani, che a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 avevano deciso di rimanere fedeli al re, vennero aiutati dagli inglesi per resistere alle truppe tedesche che volevano impossessarsi dell'isola.
Infatti, Kos era strategicamente importante con il suo campo d'aviazione di Antimachia da cui gli aerei potevano alzarsi in volo e coprire tutto il Dodecaneso.
La resistenza anglo-italiana fu scarsa e in due giorni i tedeschi conquistarono l'isola. Il 3 ottobre partì l'operazione Eisbär (orso bianco) con i primi sbarchi delle forze tedesche a Kos città, a Capo Foca e sulle coste meridionali dell'isola, e con il supporto dei paracadutisti sopra l'aeroporto di Antimachia.
Gli sbarchi colsero di sorpresa le truppe anglo-italiane che opposero una tenace resistenza che però nel complesso si rivelò scarsa o nulla, anche perché gli inglesi iniziarono ad evacuare l'isola sin dal pomeriggio.
In un solo giorno i tedeschi erano padroni dell'isola, che venne completamente occupata il giorno 4 Ottobre 1943.
In totale i tedeschi fecero prigionieri 1.388 inglesi e 3.145 italiani, ed il 5 ottobre, fucilarono 103 ufficiali del 10º Reggimento fanteria "Regina", dopo un sommario processo che li dichiarò traditori.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale gli inglesi assunsero il controllo completo dell'isola affrancando la popolazione dalle sofferenze del fascismo e del nazismo.
A seguito della decisione dei Ministri degli Esteri delle Grandi Potenze, a Parigi, fu posta fine all'occupazione inglese dell'isola e, successivamente, con la Conferenza di Pace di Parigi, l'esercito greco prese il controllo definitivo dell'isola fino all'unificazione con la Grecia nel '48.
L'Antica Agorà di Kos
L'Antica Agorà di Kos
Terme Romane Nymfeo del III sec d.C. a Kos
Le Terme Romane 'Nymfeo' di Kos
Casa Romana a Kos
La Casa Romana a Kos
 

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